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Myanmar La lunga marcia "rossa".

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Myanmar La lunga marcia "rossa".

Messaggiodi Evaluna il 05 ott 2007 10:52

Myanmar, migliaia in piazza contro il regime e la giunta militare minaccia la repressione.

Religiosi sfidano il divieto e anche oggi sfilano a Yangon e in altre 25 città.
Alle marce pacifiche contro la dittatura si uniscono migliaia di cittadini.



YANGON - I monaci birmani sono tornati in piazza a Yangon, l'ex capitale del Myanmar, per l'ennesimo corteo che nel giro di poche ore è diventato la più imponente manifestazione contro la giunta militare degli ultimi 20 anni. Quasi 300 mila le persone scese in strada in quella che un tempo si chiamava Birmania, la metà delle quali monaci buddisti, gli altri in gran parte studenti. Nel centro di Yangon si sono riversate decine di migliaia di persone, superando le 100 mila unità (il doppio secondo l'agenzia di stampa on line Mizzima News, creata da dissidenti in esilio), altre 120 mila a Mandalay, seconda città più importante del Paese, e 100 mila a Pakokku, nella regione centrale. E manifestazioni si sono svolte in altre 23 città.

Di fronte alla vertiginose proporzioni assunte dalla protesta, il regime ha minacciato di reagire prendendo "provvedimenti". Reagendo per la prima volta alle dimostrazioni, i media hanno riferito che il ministro degli affari religiosi, il generale Thura Myint Maung, ha incontrato oggi la gerarchia clericale buddista e ha avvertito che "se i monaci non rispetteranno le regole e i regolamenti di obbedienza agli insegnamenti buddisti" verranno adottati "alcuni provvedimenti in base alla legge in vigore".

In testa ai cortei, come già nei giorni scorsi, i monaci buddisti, che hanno sfidato il divieto a tornare in piazza arrivato dalla gerarchia ecclasiastica controllata dal regime e si sono rifiutati di rientrare tutti nei monasteri.

I religiosi (ai quali si sono poi aggiunte anche le monache) hanno iniziato la pacifica marcia contro la giunta militare che da 45 anni governa col pugno di ferro Myanmar, coinvolgendo la popolazione che ha sfilato numerosa. All'inizio erano circa cinquecento buddisti, poi sono diventati migliaia, e si sono riversati nelle strade della vecchia capitale insieme a numerosi sostenitori che si sono uniti a questa protesta pacifica contro la giunta militare.

I religiosi hanno chiesto alla popolazione di pregare, di non commettere violenze e di non scandire slogan politici. In breve tempo erano almeno diecimila le persone che dalla Pagoda d'Oro di Shwedagon, il principale tempio del Paese asiatico, si sono dirette verso il centro della città, sfilando davanti alla sede quasi in rovina della Lnd, la Lega nazionale per la democrazia, la maggiore forza di opposizione guidata da Aung San Suu Kyi, premio Nobel per la Pace 1991, agli arresti domiciliari dal 2003.

Esponenti della Lnd hanno dapprima assistito in silenzio alla dimostrazione, limitandosi ad applaudire e a inchinarsi in segno di rispetto mentre i monaci passavano davanti al loro quartier generale, intonando preghiere e canti per la pace; poi però si sono uniti ai religiosi e alla popolazione, mettendosi in cammino. Il numero dei manifestanti non ha fatto che crescere, arrivando fino a oltre trentamila. Ma sempre più persone si sono unite alla marcia, e dopo qualche ora erano diventati oltre centomila i manifestanti.

Le proteste quotidiane delle ultime settimane sono state innescate dall'improvviso aumento dei prezzi dei carburanti, insostenibile per gli abitanti di uno dei Paesi più poveri al mondo. Quella di oggi è stata la manifestazione più imponente non solo di questo periodo ma anche degli ultimi vent'anni.

La marcia ben presto ha preso la direzione dell'ex cittadella universitaria, situata in periferia sulle rive di un lago, non lontano da dove sorge la casa-prigione di Suu Kyi. L'antico campus fu teatro nel '98 di una rivolta studentesca, prima di oggi la maggiore insurrezione mai registrata nella storia nazionale, stroncata nel sangue dalla giunta con l'intervento delle unità speciali delle forze di sicurezza.

Di recente, per contro, il regime ha scelto un profilo relativamente basso, anche se agenti in assetto anti-sommossa hanno finora impedito ai manifestanti di raggiungere la residenza della leader dell'opposizione; solo sabato, in via eccezionale, a circa duemila tra monaci e comuni cittadini era stato permesso di avvicinarsi per pregare davanti alla villa: Suu Kyi a sorpresa era uscita sulla porta per salutarli e incoraggiarli.

In giornata il generale Than Shwe ha convocato una seduta di emergenza dei vertici militari che si terrà a Napydaw, il villaggio 400 chilometri a nord di Yangon trasformato nella nuova capitale del Myanmar.

Fonte : http://www.repubblica.it


Sono giorni che i monaci e con loro buona parte del popolo, marciano e capovolgono le loro ciotole dell'elemosina in segno di disprezzo davanti alle autorità, all'esercito, in faccia al regime.

Anche io oggi "marcerò" per loro !
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Messaggiodi acid il 05 ott 2007 11:22

E' da giorni che seguo questa vicenda...

Ricordo ancora la rivolta dell’88 soppressa nel sangue, con circa 3000 morti...

Credo che a quel dittatore converrebbe lascerebbe il paese, andandosi a godere i soldi saccheggiati al suo paese.
Perchè non ha scampo, i "Bonzi" sono capaci di darsi fuoco nelle pubbliche piazze quando "combattono" per una causa, e anche se disarmati non potranno non vincere...

Qualcuno mi sà spiegare come mai i "soliti" paladini della "sedicente" democrazia (paeselli Socio-comunisti) ed i nostri indaffaratissimi parlamentari ultrasinistri non sono esplosi nella consueta sbrodolata solidale e di condanna :? :? 8O
Mhà... Che mistero...
Popoli di serie A e popoli di serie B, probabilmente... :roll:
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Messaggiodi Evaluna il 05 ott 2007 11:27

Nell'ex Birmania c'è il petrolio ?! :roll: No ?! 8O Ah beh...allora di cosa ti stupisci ? 8)

Non è vero comunque che la sinistra non si stia occupando del caso ma...quando fa comodo non vedere... [.fischiettare.] [.cheridere.] [.amici.]
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Messaggiodi acid il 05 ott 2007 12:37

In Myanmar esistono riserve di gas naturale accertate per un totale che supera di 3 volte le riserve di un paese come l'Italia... :roll:

Mah...forse è sbagliato pensare che in tutto il mondo si possa applicare la democrazia...
Un qualsiasi paese democratico non gode di alcun diritto ad interferire negli affari di un altroo stato sovrano... :roll:
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Messaggiodi Evaluna il 05 ott 2007 12:46

acid ha scritto:In Myanmar esistono riserve di gas naturale accertate per un totale che supera di 3 volte le riserve di un paese come l'Italia... :roll:


Caspita ! 8O Quando ti metti a far ricerche tu... [.fischiettare.] :wink:

Può essere che questa notizia non sia ancora giunta all'orecchio di "qualcuno" ?! [.fischiettare.] [.educato.]

Evidentemente i monaci e il popolo del Myanmar non servono ( almeno al momento ) a certe "cause". :roll:
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Messaggiodi acid il 05 ott 2007 12:51

Mando subito questa email a Bush! Chissà.... 8O :roll:
Forse gli era sfuggito...
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Messaggiodi Evaluna il 05 ott 2007 13:09

[.sospettoso.] Ero ironica prima quando dicevo che forse la notizia gli era sfuggita. 8) :lol:

Sicuramente il Myanmar non è nei piani "immediati" . :lol:
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Messaggiodi Evaluna il 06 ott 2007 11:31

Myanmar, forse una possibilità per negoziati regime-Suu Kyi.

-YANGON (Reuters) - La possibilità di un negoziato tra il regime militare che governa il Myanmar e la leader dell'opposizione Aung San Suu Kyi, da anni agli arresti, sembra ancora aperta, mentre i paesi occidentali fanno pressione sulla giunta perché si sieda al tavolo delle trattative.

Parlando ai giornalisti dopo aver presentato una relazione al Consiglio di Sicurezza dell'Onu sulla sua visita di quattro giorni nella ex Birmania, l'inviato speciale Ibrahim Gambari ha detto di vedere una "finestra di opportunità" per possibili colloqui tra la giunta e Suu Kyi, che Gambari ha incontrato due volte a Yangon.

"Nella conversazione con me, è apparsa ansiosa di intraprendere un dialogo corretto", ha detto Gambari.

Il generale Than Shwe, capo della giunta militare e mandante della repressione contro le proteste democratiche delle scorse settimane nel paese del Sud-Est asiatico, ha offerto l'apertura del negoziato in cambio della rinuncia da parte della leader democratica al suo sostegno alle sanzioni internazionali e all'atteggiamento di "scontro" nei confronti dei militari.

Gli analisti invitano a non lasciarsi prendere troppo dall'ottimismo, però, dato che le speranze di cambiamento già in passato sono spesso naufragate, come nel 1988, quando la rivolta popolare fu schiacciata dalla repressione militare, con un bilancio di circa 3.000 morti.

Due anni dopo, nel 1990, la Lega Nazionale per la Democrazia di Suu Kyi vinse le elezioni con una valanga di voti, ma i militari non consentirono al partito di andare al governo.

Ma se ieri il portavoce della Lega Nyan Win aveva liquidato l'offerta di Than Shwe come irreale, oggi ha detto che essa potrebbe aprire la strada a colloqui sui negoziati. "Possiamo dire che è un miglioramento significativo rispetto alla situazione precedente. (I militari) non si sono mai impegnati a parlare con lei (con Suu Kyi, ndr)", ha detto il portavoce.

A New York, intanto, Gran Bretagna, Francia e Usa, che premono per imporre nuove e più rigide sanzioni contro Myanmar, hanno diffuso una bozza di dichiarazione del Consiglio di Sicurezza che chiede alla giunta militare birmana di liberare i detenuti politici e aprire il dialogo con l'opposizione.

Una dichiarazione del genere non ha forza legale, ma se il testo fosse approvato dalla Cina, finora il più stretto alleato di Myanmar nel Consiglio, sarebbe un messaggio significativo per i militari.
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Messaggiodi Evaluna il 10 ott 2007 11:05

Myanmar - Ucciso leader dell'opposizione Win Shwe.

- PEACE REPORTER -
Win Shwe, 42 anni, esponente della Lega nazionale per la Democrazia, formazione vicina alla leader democratica birmana Aung San Suu Kyi, sarebbe morto durante l'interrogatorio subito dagli uomini della Giunta militare al potere nel paese del sud-est asiatico a Sagaing, nel centro del Paese. Lo denuncia oggi il gruppo Assistance Association for Political Prisoners di ex prigionieri politici birmani con sede in Thailandia, rendendo noto che Shwe era stato arrestato, con altri cinque uomini del suo partito, lo scorso 26 settembre.
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Messaggiodi Evaluna il 12 ott 2007 10:22

Onu deplora repressione dimostrazioni in Myanmar.


- Gio 11 Ott -NAZIONI UNITE (Reuters) -
Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite oggi ha deplorato la repressione delle proteste per la democrazia in Myanmar e ha invitato al dialogo politico, in una dichiarazione che ha visto insieme le potenze occidentali e la Cina per la prima volta.

Il comunicato dice che "tutti i prigionieri politici e gli altri detenuti" dovrebbero essere rilasciati presto e chiede alla giunta militare che governa il Paese da quarant'anni di prepararsi a un "dialogo genuino" con la leader dell'opposizione Aung San Suu Kyi.

La dichiarazione non è vincolante, a differenza di una risoluzione.

E' la prima volta che il Consiglio di Sicurezza agisce ufficialmente nei confronti dell'ex Birmania, e questo segna un cambiamento di posizione da parte della Cina, vicino e fondamentale partner commerciale del Myanmar: in precedenza Pechino aveva usato il diritto di veto per evitare critiche alle autorità del Paese.

L'Onu ha detto che l'inviato speciale Ibrahim Gambari nel fine settimana partirà per una visita in Asia nel corso della quale dovrebbe far tappa in Myanmar per la seconda volta da quando la giunta ha represso le dimostrazioni guidate dai monaci buddisti il mese scorso.


Qualcuno inizia a "smuoversi" ?! :roll:
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