Epipoli. I cittadini si domandano a che punto si trova la vicenda relativa all’importante intervento loro promesso
L’inverno è arrivato in forte anticipo quest'anno a Siracusa e la pioggia ha già fatto i soliti danni soprattutto nella zona alta della città. Questa volta però i residenti di Epipoli (tra le zone cittadine più colpite) hanno deciso di alzare i toni della propria protesta stanchi di lottare (alcune da decenni altri da semnpre) con pantani, fango e allagamenti. Portavoce della protesta si è fatto il consigliere provinciale Giovanni Cafeo. “È un disastro ripetuto e annunciato da circa 13 anni quello del quartiere Epipoli: il primo acquazzone violento della stagione basta ad allagare un intero quartiere, lasciando nei residenti una rabbia e uno sconforto che ormai ben conoscono - ribadisce Cafeo - E da persona che ad Epipoli è cresciuto e ha passato gran parte della sua vita, so cosa vuol dire trovarsi in strade che diventano letteralmente fiumi in piena alle prime gocce che cadono dal cielo. La storia del canale di gronda, ovvero di quell’opera pubblica che da sola basterebbe a risolvere il problema, è lunga ed avendola da consigliere provinciale “vissuta” in prima persona ne conosco tutto l’iter. Al nastro d’arrivo manca poco, manca solo che la promessa fatta dal presidente della Provincia Regionale Bruno Marziano venga mantenuta. Ero stato io stesso nell’aprile scorso a voler fare incontrare gli abitanti del quartiere con il massimo rappresentante dell’ente Provincia e in quella occasione era stato promesso che entro agosto sarebbe stato esitato il bando di gara. Quindi prima di agosto, ovvero sia ormai più di due mesi fa, anche l’iter per la presa in possesso dei terreni doveva essere concluso. E invece siamo alla fine di ottobre, ad autunno inoltrato, alle porte dell’inverno e ancora deve cominciare la presa in possesso dei terreni. È quindi facile dedurre che i residenti di Epipoli rimarranno ancora un altro inverno con le strade allagate, privati di un’opera pubblica che in ogni paese che si vuole definire civile sarebbe già tempo una realtà. L’idea di progettare un canale di gronda nasce nel 1994, quando l’isolamento causato dall’allagamento delle strade di un quartiere, che allora stava conoscendo la massima espansione edilizia e demografica, divenne insostenibile. Dopo gli studi effettuati dai tecnici risultò tuttavia subito evidente che si trattava di un’opera che necessitava della compartecipazione del Comune, in quanto, senza una rete di raccolta delle acque piovane, il canale da solo avrebbe potuto fare ben poco. Nel 1997 la strada S.P. n. 46 “Siracusa – Belvedere – Carancino” viene ceduta al Comune e due anni dopo, nel 1999, il progetto esecutivo viene definitivamente approvato dalla Provincia corredato di tutti i visti necessari compresi quelli della Soprintendenza. Per regolare questo intrico di rapporti e responsabilità tra Provincia e Comune si decide, allora, di stipulare una convenzione tra i due enti, in base alla quale la Provincia si impegnava a curare l’intero corso amministrativo e tutte le procedure concernenti l’appalto, fino al collaudo delle opere. Se fino a circa un anno e mezzo fa la causa dei ritardi si poteva attribuire al Comune e al genio civile, da allora grava soltanto sull’amministrazione provinciale, soprattutto perché mi preme sottolineare che la bozza di convenzione è stata già votata dal Consiglio Provinciale. E allora di chi è la responsabilità se ancora un intero quartiere deve ritrovarsi isolato a cause delle piogge?”.
Voi cosa ne pensate? Perchè c'è questo menefreghismo per la periferia?
Ogni anno la stessa storia: alcune strade non sono percorribili a causa dell'acqua che la ricopre, alta qualche diverso centimetro.. Dove è il canale di gronda?